lunedì 5 marzo 2012

La Morcelliana ha salvato le penne

L’ho già detto altre volte, ma mi devo ripetere: nella vicenda politica del nostro Sindaco le parole sono come boomerang: lanciate, tornano sempre indietro. Le cose poi dette a proposito della Fondazione Istituto Morcelliano, tornano indietro come pietre.
Vi ricordate l’ostentata sicurezza con cui  sono state pronunciate queste parole?
“Il pensiero di Morcelli può essere interpretato in cento modi ma è molto chiaro: questo patrimonio deve andare a finire là,  metà di qua e metà di là  ed è quello che questo Sindaco e questo Parroco hanno tentato di fare…E così è accaduto, con una serie di atti, con i crismi dell’ufficialità, con dietro studi legali che controllano la legittimità, con un controllo preventivo della Regione Lombardia, abbiamo valutato di sentire anche l’organo che controlla queste modifiche statutarie…”
Caspita, ma se dietro  questi atti non ci fossero stati tutti i crismi dell’ufficialità o se Sindaco e Parroco non fossero stati assistiti da studi legali, immagino prestigiosi, se non avessero sentito preventivamente la Regione Lombardia e in particolare l’Organo che controlla queste modifiche statutarie, cosa mai sarebbe successo?


Chiari - La sede della Fondazione Istituto Morcelliano 
 Il grande azzardo del Sindaco Mazzatorta di mettere le mani nello “sterminato patrimonio immobiliare” dell’ Istituto Morcelliano fallisce miseramente. La manna che doveva  dare nutrimento alla pancia vuota delle casse comunali, questa volta non calerà dal cielo, e i molti che già si apprestavano a imbandire la tavola  rimarranno a bocca asciutta.
In questa vicenda, abbiamo assistito a tentativi maldestri e arroganti di piegare le norme statutarie dell’Ente e persino l’autonomia del Consiglio di Amministrazione  agli interessi di chi è alla ricerca disperata di soldi per dare un senso alla sua fallimentare politica amministrativa.
Dispiace dirlo, ma la Parrocchia, nelle persone del Prevosto mons. Rosario Verzeletti e di don Alberto Boscaglia, ha cercato di assecondare questo progetto, senza badare ai molteplici dissensi nel frattempo emersi e senza dare ascolto ai suoi stessi rappresentanti in seno al Consiglio di Amministrazione.  Certo si può comprendere il bisogno di rinchiudersi di un recinto, magari più povero, ma sufficientemente ampio per svolgere in tutta tranquillità e lontano dalle diatribe politiche le attività che le sono proprie, ma questo contraddice alla radice l’impostazione data dai padri fondatori dell'Istituto Morcelliano. Essi avevano individuato nei massimi rappresentanti del potere civile e religioso  i responsabili della cura dei giovani in difficoltà, in quanto la  Fondazione voleva essere patrimonio della comunità clarense vista in tutte le sue articolazioni. Questa impostazione è perdurata per due secoli, attraversando inalterata rivoluzioni e guerre.  
I punti principali di modifica dello Statuto che erano stati proposti sono stati completamente rigettati dalla Regione Lombardia.
- Non è passata la possibilità della cessione ad altri enti di parte del patrimonio della Fondazione;
-  non è passata la modifica della composizione del CdA.
Viene accolta la proposta di introdurre l’istruzione fra i fini della Fondazione, cade il riferimento all’ispirazione cristiana cattolica, viene abolito il requisito della residenza decennale a Chiari per i Consiglieri.
Come si vede le due fondamentali modifiche che avrebbero consentito al Comune di incassare circa 6–7 milioni di euro per costruire un Polo scolastico e alla Parrocchia di rimanere padrona indiscussa di una Fondazione “meno ricca”, sono state cassate.
Viene ribadito che i fini statutari propri della Fondazione devono essere raggiunti attraverso i   “redditi"  che il patrimonio può dare e attraverso “rette, tariffe o contributi versati da enti pubblici o soggetti privati”. Nessuno può disporre liberamente di tale patrimonio, che è bene della Comunità clarense,  nè il Sindaco,  nè il Prevosto,  nè tanto meno don Boscaglia.
La gestione della Fondazione viene demandata a un Consiglio d’Amministrazione composto da membri nominati dalla Parrocchia e dal Comune, confermando così la necessità di un intervento sinergico dei due Enti. La nomina del  rappresentante del Sindaco e  del Prevosto è fatta sì "a titolo personale” da entrambi, ma in quanto massime autorità - civile e religiosa - della città. “A titolo personale” vuol solo dire, a mio parere, che sia il Sindaco che il Prevosto non sono soggetti, nella loro scelta, ad alcun tipo di sindacato ovvero nessun’altra autorità politica o religiosa può avere voce nella loro libera determinazione.

Si rallegrano naturalmente i partiti di opposizione che hanno da sempre avversato questo disegno.
Loro è il merito se Regione Lombardia, al di là di ogni più rosea previsione, ha rigettato le proposte del CdA, suggerite da Parroco e Sindaco. Le osservazioni inviate in Regione da PD, Udc e Chiari Insieme, hanno costituito la base per una decisione ragionata.
Si può rallegrare anche Beppe Ramera, ex rappresentante del Prevosto presso il Consiglio, che per primo ha sollevato la questione, arrivando perfino a presentare ricorso alla Magistratura  per difendere un principio di legalità.
mons. Rosario Verzeletti e
don Alberto Boscaglia
Da notizie circolate in questi giorni,  si apprende che il Prevosto ha rinominato come suo rappresentante in seno alla Fondazione don Alberto Boscaglia. E’ una decisione grave, incomprensibile e sicuramente foriera di ulteriori pasticci futuri. Di questa vicenda, di cui si sta discutendo ormai da due anni, don Boscaglia  è il maggiore artefice. Aver ricevuto da Organi terzi come la Regione una sonora bocciatura del suo piano, non lo rende persona idonea a gestire con la dovuta serenità i progetti di questo importante Istituto. Sarebbe stato sicuramente meglio un nuovo inizio.
Per finire una parola sull’informazione. I nostri Amministratori, di solito molto loquaci nel raccontarci il “nulla” realizzato, in questo caso hanno fatto silenzio. Con l’unica eccezione dell’Assessore Davide Piantoni che ormai è diventato come il Pierino delle barzellette che racconta le verità scomode che gli altri magari vorrebbero tenere nascoste. Sentite cosa dice: poichè è passato il principio che vuole che il patrimonio dell’Ente rimanga integro, “non ci sarebbe niente di male nel vedere la Fondazione realizzare lei la stessa scuola di cui Chiari ha bisogno. La delibera non ha infatti cancellato il progetto del polo scolastico (non sapevamo che la Regione si fosse anche espressa su questa materia – ndr)... L’operazione proseguirà... so che il Morcelliano sta già lavorando” .  Ah sì?  Insomma se non è zuppa è pan bagnato e “questo patrimonio” vuoi o non vuoi “deve andare a finire là, metà di qua e metà di là”.
Il Sindaco di Chiari
Sen. Sandro Mazzatorta
Del Sindaco e dei suoi “crismi” si sono perse le tracce. Qualche cronista, non potendo in questo caso magnificare gli straordinari successi del nostro primo cittadino, ha pensato bene di consegnare la palma del vincitore a uno solo dei partiti di opposizione, sempre quello, oscurando come al solito, tutti gli altri e in particolare il PD. Ora, se oggi possiamo rallegrarci per una decisione che ha riportato il buon senso in un contesto in cui la ragione sembrava smarrita, lo dobbiamo all’effetto combinato dei molti interventi, che hanno concorso, ognuno per la propria parte, al raggiungimento dell’obiettivo. Se l’intervento dell’Udc ha indotto l’Asl a dichiarare illegittima la nomina di don Alberto Boscaglia a Presidente della Fondazione, costringendo quest’ultimo alle dimissioni (leggi qui), le osservazioni circostanziate presentate agli Organi competenti regionali da PD e Chiari Insieme, entrando nello specifico dei vari punti oggetto di modifiche statutarie, hanno permesso alla Regione una decisione seria ed equilibrata (leggi qui).  
Adesso bisogna guardare avanti e prestare molta attenzione ai successivi sviluppi della questione. Come si è visto le mire dei nostri Amministratori non sono state deposte. Si cercherà in qualche modo di forzare lo scrigno contenente gli “sterminati patrimoni” delle Fondazioni, per affondare così le mani in quei soldi di cui questa Giunta "ha tanto bisogno" per dimostrare di non essere in stato vegetativo permanente.  Dall’altra parte incombe la fantastica operazione del Golf a nove buche in località Bosco Levato, con il suo corollario di “Club house”, ristorante, hotel, residence, ville di lusso e cava surrettizia di 800 mila mc (tanto per cambiare).
La gallina dalle uova d’oro per questa volta ha salvato le penne, ma non è detto che arrivi indenne sino a Natale.

1 commento:

Anonimo ha detto...

ma scusate, alla fine a chi giovano queste diatribe?! Chiari e i suoi ragazzi restano con vecchie scuole obsolete che costano un patrimonio per tenerle dacconto e la ricca fondazione vede calare il suo gruzzolo a favore delle banche.
mah valli a capire...